Il fuoco del gorilla
L’autore
Éric Desordre è poeta e fotografo. Nato a Tolosa, è stato segnato molto presto da un forte attaccamento e da un’arcaica intimità con le regioni del Lauragais e delle Comminges. In gioventù, gli incontri con Marcel Béalu e Charles Juliet saranno decisivi per il suo orientamento come poeta. Dopo studi estranei alla letteratura, ha lavorato principalmente nell’editoria e poi nell’informatica, pur continuando a scrivere.
Membro del comitato editoriale di Rebelle(s), rivista umanista e libertaria, i suoi articoli sono pubblicati nelle sezioni società, cinema, letteratura e arte. Éric Desordre è un osservatore di quanto passa inosservato, dedicandosi a un’attività di “gazzettiere di riflessioni fuori dagli schemi”, senza apparente preoccupazione per l’attualità.
I suoi libri di poesia sono pubblicati principalmente da Unicité, una casa editrice molto attiva nel panorama della poesia francofona. Le sue poesie appaiono regolarmente anche in riviste letterarie di alta qualità, tra cui Arpa, Voix d’encre, Triages e Les Cahiers du Sens. Nel 2023 è stato poeta ospite del festival Voix Vives de Méditerranée a Sète.
I testi
Libertà grande
Le nostre dita unite in un fascio
Nella risacca dell’onda di prua
I capelli incollati sulle nostre fronti a specchio
Le nostre mani riunite insieme
Dovevamo tenerci dritti
In un’ebbrezza strappata
Alle famiglie alla ragione
Libertà grande
Tra le spalle
Sentire il legno del ponte laterale
Il fruscio secco del tessuto
La vela accasciata che calchi
Nella persa di una deriva
Fortuna!
Dov’è il cielo?
L’onda lunga
Il solco del dorso liquido
Sugo di lisca allo champagne!
Dove il mio naso la mia guancia il mio braccio
In un tutto senza finzione senza trama
Si perde tra quattro muri d’ombra
Ci ritroviamo in una sera di popeline color cenere
Per la caduta delle vespe notturne
Per recitare di nuovo i nostri imbarchi
Le nostre fughe dal molo nero
Verso stelle che crepitano
Dov’è il cielo?
* * *
Il fuoco del gorilla
Le reni forti ondeggiano
Dietro le braccia poggiate al suolo
Masse mobili
Di pelo argentato
Nuvole di mosche in cima al ramo
Masticato da labbra nere frutto tagliato
Al centro di una zucca ossidata
Carbone in movimento
Opaco come raso plissettato
Il sorriso delle glassature di Sèvres
Effetti di grande fuoco
La granata di teschi nel crepitio
Dei bambù scortecciati
La famiglia sgranocchia i tubi d’acciaio verde
Nella quiete di un vivaio di geni in sospeso
Incendio dei boschi ai margini delle foreste
Machete che tagliano i debbi
Con giravolte da dervisci ebbri
I piccoli si rotolano sulle foglie
Si riposano giocando sulla soglia
Mentre le foreste crepitano
Gli occhi dolci delle scimmie ci fissano
I bambù crepitano
Come può una spugna fradicia bruciare?
Selvaggina o trappola di fuoco
La carne sotto il fulmine
Sfrigola e la lanugine riccia si attorciglia nel calore
Nel girarrosto della giungla
I gorilla ci fissano
Come può una spugna fradicia bruciare?
Éric Desordre
Il fuoco del gorilla
Cura e traduzione dal francese
di Matteo Martelli
ISBN-13: 978887536584-6
2024
pp. 96
cm 13 x 20,5
€ 15,00
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